Il romanzo di esordio di Romina Bagatin è una bella sorpresa estiva: la storia di una bambina e della capacità di sognare.
Ho scoperto questo libro a La lunga notte dei lettori, evento organizzato da bookabook a Milano. Proprio per bookabook, Romina Bagatin ha pubblicato il suo primo libro, fresco fresco di stampa.
Ho comprato “I mirabolanti incontri di Ade” perché incuriosita dal titolo, dalla copertina e dal sottotitolo “Il piccolo John“: avevo voglia di scoprire la storia di questa bambina, seduta su un piccolo pianeta.
Fin dalle prime pagine, la lettura si è rivelata fluida, leggera e piacevole. Così come i personaggi che si scoprono nel corso della storia, ognuno con una propria fisionomia e un proprio spessore: nessuno passa inosservato, nessuno attraversa la storia senza fare la differenza.
Impossibile non innamorarsi subito di Ade, una ragazzina curiosa, intelligente e coraggiosa, che si ritrova protagonista di un’avventura apparentemente più grande di lei, ma in realtà cucita su misura dalla sua stessa nonna. L’escamotage del mobile antico, come portale che conduce verso mondi misteriosi, evoca le atmosfere delle Cronache di Narnia, ma è solo una piacevole citazione, un cameo che non trattiene la storia su un binario conosciuto e proietta invece verso orizzonti del tutto inattesi.
Gli incontri che aspettano Ade sono sorprendenti, magici e a tratti poetici, densi di una speranza che riamane nell’aria, anche alla fine del libro: l’idea che il sogno di un mondo più giusto e più felice non sia solo possibile, ma possa essere tenuto vivo proprio dai bambini e dalla loro voglia di scoprire e cambiare il mondo.